Una visita a questo piccolo ma ricco giardino è anche un’esperienza per conoscere i possibili abbinamenti con le numerose specie perenni associate ai gruppi omogenei di rose e per emozionarsi con le viste sul vasto paesaggio e le montagne della Val di Non.
Sdraiato su una delle più belle terrazze dell’Alta Anaunia il Giardino della Rosa è formato da 33 aiuole e da 400 metri di pergolato.
Passegiando tra roseti e altre piante erbacee potrete lasciare scorrere lo sguardo su scenari incomparabili e farvi cullare dai profumi e dai colori della natura accompagnati solo dal quieto ronzio delle api.
Vieni a far parte anche tu delle migliaia di visitatori che hanno visitiato il giardino e si sono divertiti oltre che per la bellezza dei roseti anche grazie agli spettacoli serali di notevole spessore molto apprezzati da residenti e ospiti.
Dal 2018 il Giardino della rosa entra nella famiglia dei «Grandi giardini italiani», il network dei più bei giardini visitabili in Italia!
A 1000 metri d'altezza, affacciato sulla catena delle Maddalene, il Giardino della Rosa di Ronzone è un luogo speciale, che racchiude una ricca collezione dei principali gruppi della pianta che per secoli ha detenuto, e ancora detiene, un primato di popolarità fra i giardini d’Occidente.
Il giardino nasce con l’obiettivo di essere esempio e volano per uno sviluppo diverso dell’alta Val di Non, che punti sulla qualità e sull’unicità.
Al suo interno non troverete la bellezza, a volte sfacciata, delle rose moderne con i loro colori commerciali; troverete invece la delicatezza, la semplicità e la particolarità di rose da contemplare una a una.
Il giardino e le rose vengono gestiti e curati con grande fatica e attenzione dal nostro tecnico responsabile Fabrizio Fronza; il trattamento dei petali e dei fiori avviene seguendo criteri strettamente biologici.
In più le rose sono accompagnate da oltre 10.000 piantine di erbacee perenni per offrire ai visitatori profumi e colori anche quando le rose non sono ancora fiorite.
Le foglie fossili trovate in America settentrionale, Francia, Germania, Giappone e Cecoslovacchia indicano che le rose esistevano circa quattro milioni di anni fa, prima quindi della comparsa dell’uomo.
Agli inizi del 1900, Sir Arthur John Evans, durante gli scavi sul luogo dove sorgeva il palazzo reale di Minosse a Cnosso, portò alla luce affreschi e frammenti di ceramica che rivelarono come la più antica civiltà europea coltivasse intorno al 1800 a.C. rose, insieme a iris, gigli e crocus. La rosa raffigurata su questi affreschi minoici è la Damascena. Si dice che questo ibrido sia stato portato in Abissinia dai primi cristiani e piantato accanto alle loro chiese. Forme di questo rosaio furono riportate in Europa occidentale, in particolare in Francia, dai reduci delle Crociate. Gli antichi giardini della Persia abbondavano di rose: erano talmente diffuse che la parola persiana per indicare "rosa" e "fiore" era la stessa, mentre la viola era conosciuta come "il profeta della rosa". I Persiani amavano moltissimo i fiori e gli alberi e si di ce che I’amore degli occidentali per le piante sia dovuto proprio a un influsso persiano. Non a caso, la parola "paradiso" trae origine da quella persiana che indica parco o giardino.
Dalla Persia la rosa fu portata in Babilonia, dove diventò un simbolo dell’autorità dello stato, unita all’aquila e alla mela sul bastone del comando.
In Cina la coltivazione delle rose era diffusa fin dal 500 a.C. La Biblioteca Imperiale Cinese accoglie una vastissima raccolta di libri su questo fiore e anche Confucio cita i roseti di Pechino. Le rose erano molto apprezzate anche in Asia Centrale: si dice che la dea indù Lakshmi, considerata la donna più bella dell’India e famosa per la fortuna, l’amore e la bellezza, sia nata da una rosa composta da 108 petali grandi e 1008 piccoli.
Nell’antica Grecia e nell’antica Roma si rendeva omaggio alla rosa con giardini ad essa dedicati, come quelli famosi di Rodi e di Cirene. Saffo, la poetessa greca che visse intorno al 600 a.C. e che fu I’animatrice di un cenacolo letterario femminile a Mitilene, chiamò la rosa la "regina dei fiori". Nella mitologia greca classica la rosa è consacrata ad Afrodite, la dea greca dell’amore, del vincolo matrimoniale e della fertilità. Secondo la leggenda, le sue sacerdotesse erano vestite con ghirlande di rose bianche e percorrevano sentieri cosparsi di rose. A Roma, in età repubblicana, le corone erano di rose e non d’alloro come in Grecia; erano un riconoscimento del valore militare ed infatti alla VIII Legione venne accordato il permesso di ornare gli scudi con una rosa per la conquista dell’Africa.